Un paio di giorni fa, assistendo ad una conferenza sulla felicità, ho fatto un’enorme scoperta.
Ho scoperto che nel cervello maschile e in quello femminile esistono differenze abissali.
Quello di lui pare sia ottimizzato per una efficace comunicazione all’interno di ciascun emisfero, mentre quello di lei è più forte nell’interazione tra un emisfero e l’altro.
Ovvero, i neuroni nella testa maschile rimangono nel loro lato buoni buoni, mentre nella zucca femminile, corrono frenetici da un lato all’altro per interagire meglio.
Le donne perciò sono più brave nel multitasking, nel fare più cose insieme, sono più intuitive e dimostrano maggiore empatia.
La loro memoria è migliore, sono emotivamente più coinvolte quando devono ascoltare qualcuno, hanno un linguaggio più vasto e più completo.
I maschi invece pare abbiano fatto indigestione solo di testosterone e siano costretti ad aprire nella loro testa un cassetto alla volta. E poi a chiuderlo prima di poterne aprire un secondo. In pratica, sono in grado di fare una cosa per volta.
Ecco spiegato il motivo per il quale quando una donna parla o ascolta, il suo cervello si “accende” in modo più simmetrico rispetto a quello dell’uomo nel quale è soprattutto l’emisfero sinistro ad essere sollecitato.
Senza dimenticare che il picco di maggiore attenzione in un uomo si concentra il mattino presto per poi precipitare inesorabilmente con il calar della sera ( ecco perché, dopo cena hanno bisogno di stravaccarsi sul divano a differenza nostra) e che la durata della loro attenzione non supera i 26 secondi.
Perciò se si ha bisogno di parlare ad un uomo, non dimenticatevi di farlo all’alba e siate sistematicamente brevi e concise.
Perché allo scattare del ventisettesimo secondo, lo avrete già perduto.
E ne avrete conferma dando un’occhiata al suo sguardo da pesce lesso anche si finge attento e sveglio.
Toh, hai scoperto l’acqua calda, penserete voi femminucce.
Sapere invece che alcuni tra i più diffusi stereotipi vengono ora sorprendentemente confermati attraverso un lungo e complesso studio di neuroscienziati, mi trattiene dall’aggiungere mezzo cucchiaino di topicida a questo plum cake e a rassegnarmi per l’essere circondata da ominidi inesorabilmente disattenti e immaturi.
Ingredienti
Per 1 stampo da 30 cm
200 gr burro morbido
150 gr zucchero a velo
250 gr farina 00
4 gr lievito per dolci
100 gr uvetta
80 gr rum scuro o brandy
300 gr canditi misti (cedrini e arancia)
4 uova
1 baccello di vaniglia
1 pizzico sale
Far macerare l’uvetta con il rum o con il brandy.
Imburrare lo stampo da plum cake e foderarlo con due rettangoli di carta forno sovrapposti a croce e leggermente debordanti.
Lavorare il burro morbido con lo zucchero a velo e quando sarà spumoso, unire il sale e i semini di vaniglia.
Aggiungere un uovo alla volta e passare al secondo solo quando il primo sarà completamente assorbito.
Strizzare l’uvetta tenendo da parte il liquido. Aggiungerla assieme ai canditi alla farina e al lievito mescolando bene in modo che la frutta non scenda sul fondo dello stampo.
Amalgamare la frutta infarinata al burro montato e versare il composto nello stampo riempiendolo a ¾.
In forno a 180° per un’ora circa.
Sfornare il plum cake e spennellarlo con il liquido avanzato ancora caldo.
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